“Siamo esseri incredibili, dentro di noi tante vite, che si manifestano a volte anche in un solo giorno.”

Il viaggio descritto da Giovanna Pappalettera non è solo fisico, ma soprattutto mentale: si tratta di un vero e proprio percorso volto alla consapevolezza di sé.

Il titolo del romanzo è frutto di un messaggio di speranza?

Questo romanzo si sarebbe dovuto chiamare I papaveri rossi, per una riflessione che fa una delle protagoniste all’interno del libro. Confrontandomi poi con editor e grafico abbiamo capito che ci voleva qualcosa che catturasse meglio l’attenzione del lettore e mostrasse di più il tema del libro, che comunica appunto un sentimento di speranza. E così è nato Strappi di luce, all’interno degli strappi della nostra vita si può sempre scorgere una goccia di luce a cui aggrapparsi per ripartire.

Come mai hai scelto la Sicilia come destinazione? C’è qualche richiamo alla tua vita personale?

Ho parenti siciliani quindi conosco molto bene questa regione. Ho deciso di ambientare Strappi di luce in un treno diretto in Sicilia non solo perché amo viaggiare in treno ma perché si tratta di un viaggio ogni volta lungo e pieno di imprevisti. Incredibile ma vero. Lo affronto da quando sono piccola, soprattutto in macchina, e molte volte si è trasformato in un momento di riflessione e creatività. Non so quante storie ho inventato ad occhi aperti, guardando fuori dal finestrino il paesaggio che mi scorreva davanti.

Le protagoniste e gli eventi sono nati dall’immaginazione o da situazioni che hai accuratamente studiato?

Raramente riesco a scrivere storie completamente inventate perché mi lascio influenzare molto, forse troppo, da ciò che mi circonda. Mi piace ascoltare e chiacchierare con le persone perché ognuna nasconde dentro di sé un mondo. Con i miei romanzi cerco di dare voce a queste storie. Inevitabilmente do voce anche a molte parti di me. Siamo esseri incredibili, dentro di noi tante vite, che si manifestano a volte anche in un solo giorno.

Cosa ti affascina dei romanzi corali? Credi che il pubblico abbia più possibilità di immedesimarsi nei personaggi?

Diversi lettori mi hanno detto che ho la facoltà e la bellezza di creare personaggi universali, in cui tutti si possono immedesimare. Per me questo è un grande complimento perché non voglio entrare in target prestabiliti o strutture narrative preimpostate. Anche se le mie protagoniste sono sempre donne cerco di sperimentare con la scrittura e variare con i generi. Soprattutto in Strappi di luce ho giocato con i punti di vista, con quelle prime impressioni e opinioni completamente sbagliate che a volte la gente fa guardando gli altri.